
Forte correlazione tra smog e cancro ai polmoni: nuove evidenze da una recente ricerca
Che l’inquinamento atmosferico facesse male alla salute del nostro organismo è ormai un dato di fatto risaputo e più volte sottolineato da scienziati di tutto il mondo. Oggi arriva un’ulteriore e importante ricerca sulla forte correlazione tra smog e cancro ai polmoni, secondo la quale è stato evidenziato che bastano 3 anni di esposizione per far emergere l’associazione.
La ricerca, pubblicata sull’autorevole rivista scientifica Nature, è stata condotta da un team internazionale guidato da scienziati britannici dello University College London e del Cancer Evolution and Genome Instability Laboratory – The Francis Crick Institute, collaborando a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biochimica e Genetica Molecolare dell’Università del Colorado e del Vancouver Coastal Health Research Institute e di molti altri istituti.
Ma cosa ci dice questa ricerca nel dettaglio? Qual è la correlazione tra smog e cancro ai polmoni? Andiamo a scoprirlo insieme.
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SMOG E CANCRO AI POLMONI: LA CORRELAZIONE SECONDO LA RICERCA
Il fumo della sigaretta è da sempre considerato il principale responsabile del cancro ai polmoni, ciò nonostante il cancro ai polmoni può colpire anche i non fumatori. Ad essere da sempre l’indiziato più quotato è stato proprio lo smog e l’inquinamento atmosferico, anche se dimostrarlo non è mai stato semplice. Mentre per il fumo è stato provato che determina mutazioni nel DNA delle cellule polmonari favorendo l’insorgenza di tumori, per gli agenti inquinanti non è mai stato scoperto il motivo.
Oggi, grazie a questa recente ricerca, gli scienziati hanno scoperto i meccanismi biologici che spiegano la correlazione tra smog e cancro ai polmoni: il particolato sottile favorisce il risveglio delle cellule cancerose dormienti nel tessuto polmonare che si accumulano nel nostro organismo e che, con l’avanzare dell’età, sono spinte a moltiplicarsi fino a dar vita al cancro.
La conclusione è arrivata dopo aver analizzato statisticamente i dati di oltre 400mila persone residenti nel Regno Unito, in Corea del Sud e a Taiwan. In parole semplici, hanno confrontato i tassi di incidenza del carcinoma polmonare mutante del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), scelto perché è quello più comune tra i non fumatori, con i livelli di inquinamento atmosferico dei luoghi di residenza.
I DETTAGLI DELLA RICERCA: BASTANO 3 ANNI DI ESPOSIZIONE
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno sono circa 8 milioni le persone che muoiono a causa dell’aria inquinata. Anche e soprattutto per questo centinaia di ricercatori in tutto il mondo monitorano e studiano come gli agenti inquinanti colpiscono il nostro organismo.
Nello specifico di questo studio, i ricercatori si sono concentrati sul particolato sottile PM 2.5, caratterizzato da particelle con un diametro uguale o inferiore ai 2,5 micrometri. Un’agente inquinante molto insidioso che, a causa delle piccolissime dimensioni, è facilitato ad introdursi facilmente e in profondità nei bronchi e nel tessuto polmonare favorendo le più comuni patologie polmonari come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’asma, patologie cardiovascolari, cancro e persino la demenza.
Dall’analisi dei dati è emersa una forte correlazione tra incidenza del cancro ai polmoni con mutazione dell’EGFR e livelli elevati di PM 2.5. In sostanza, più si viveva in un luogo fortemente inquinato, maggiore era il rischio di sviluppare una neoplasia. L’evidenza è stata netta: bastano 3 anni di esposizione per far emergere l’associazione tra smog e tumore ai polmoni.
CORRELAZIONE TRA SMOG E CANCRO AI POLMONI: LA CONCLUSIONE DELLO STUDIO
Quello che si sono chiesti i ricercatori è: come fa il particolato sottile a indurre il cancro ai polmoni?. Il professor Swanton e i colleghi hanno condotto alcuni esperimenti con modelli murini (topi) con cellule portatrici delle mutazioni EGFR; dopo averli esposti a livelli di PM 2.5 paragonabili a quelli presenti nelle città analizzate, hanno osservato che i tumori avevano maggiori probabilità di emergere da queste cellule rispetto a quelle di topi non esposti agli inquinanti.
Gli scienziati hanno inoltre dimostrato che bloccando una molecola chiamata interleuchina IL-1β, legata all’infiammazione e rilasciata in risposta al particolato ultrasottile, la formazione di questi tumori da smog viene prevenuta.
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Secondo Swanton “le cellule con mutazioni che causano il cancro si accumulano naturalmente con l’avanzare dell’età, ma normalmente sono inattive. Abbiamo dimostrato che l’inquinamento atmosferico risveglia queste cellule nei polmoni, incoraggiandole a crescere e potenzialmente a formare tumori”. Ma a cosa potrebbe servire il meccanismo che è stato identificato? Continua l’esperto “Il meccanismo che abbiamo identificato potrebbe in definitiva aiutarci a trovare modi migliori per prevenire e curare il cancro del polmone nei non fumatori. Se riusciamo a fermare la crescita delle cellule in risposta all’inquinamento atmosferico, possiamo ridurre il rischio di cancro ai polmoni”
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