Non solo smog: l’inquinamento acustico e luminoso fa male al cuore

In uno dei nostri ultimi articoli del blog, abbiamo parlato di una recente ricerca secondo la quale esiste una forte correlazione tra smog e cancro ai polmoni. Una notizia che, seppur risaputa negli ambienti scientifici, è stata ulteriormente confermata dai dati dei ricercatori.

Oggi arriva un ulteriore e importante segnalazione, durante l’ultimo congresso “Conoscere e curare il cuore” del Centro per la Lotta contro l’Infarto – Fondazione Onlus, secondo la quale l’inquinamento atmosferico aumenta la probabilità di malattie cardiovascolari ed è anche causa di mortalità da infarto cardiaco e ictus. Le cattive notizie, purtroppo, non sono finite qui: oltre allo smog, secondo gli esperti, anche l’inquinamento acustico e luminoso aumenta la probabilità di malattie cardiovascolari.

Ma cosa ci dicono gli esperti nel dettaglio? E soprattutto: come difendersi da questa tipologia di inquinamento e come limitare l’esposizione? Andiamo a scoprirlo insieme.

SMOG E CUORE: L’OPINIONE DEGLI ESPERTI

Che l’aria inquinata facesse male al nostro organismo era cosa già nota. Infatti, secondo gli esperti, le polveri sottili e lo smog sono la quarta causa di malattie e morte in tutto il mondo. C’è però un’importante novità in questi dati: come rivela Francesco Prati, Presidente del Centro per la Lotta contro l’Infarto, “oltre il 50% di questi decessi può essere attribuito a malattie cardiovascolari. Tra i diversi componenti dello smog, il PM2,5 è quello che più correla con le malattie di cuore e vasi: si associa per esempio a una maggiore suscettibilità di aterosclerosi delle coronarie e a uno stato pro-infiammatorio nei vasi sanguigni che favorisce l’instabilità delle placche aterosclerotiche e gli eventi trombotici, portando quindi a un maggior rischio di infarto”.

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Il PM2,5 ha dimensioni ridotte (il nome si riferisce al diametro delle particelle inquinanti, inferiori ai 2,5 micron) e può quindi penetrare profondamente negli alveoli polmonari e da qui arrivare direttamente nel circolo sanguigno, causando danni e disfunzioni di tessuti distanti dai polmoni.

Insomma, non un bel quadro quello delineato durante il congresso, soprattutto se a questo si aggiunge quello di cui ora andremo a parlare: che anche l’inquinamento acustico e luminoso provoca malattie e morti per problemi cardiovascolari.

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L’INQUINAMENTO ACUSTICO E LUMINOSO FA MALE AL CUORE

Come abbiamo già accennato nei precedenti paragrafi, l’inquinamento acustico e l’inquinamento luminoso fanno male al cuore. E se questi ultimi vengono sommati ai danni provocati dall’inquinamento atmosferico, gli effetti sono tutt’altro che positivi.

Il rumore del traffico avvia una reazione a catena che induce un aumento della frequenza cardiaca e degli ormoni dello stress, una maggiore reattività delle piastrine che quindi tendono a formare trombi e una maggiore infiammazione vascolare e stress ossidativo. Secondo le ultime stime pubblicate dall’Unione Europea, circa il 20 per cento della popolazione è esposto a livelli di rumore da traffico superiori ai 55 decibel. E questa stima tenderà a crescere, soprattutto considerando la costante crescita urbana e all’aumento di mobilità di prodotti e persone.

Citando un recente studio sul tema, continua Prati, “l’esposizione combinata all’inquinamento atmosferico e a quello acustico si associa a un maggior rischio di eventi cardiovascolari rispetto all’esposizione a uno o a nessuno dei due, con un effetto mediato soprattutto dall’infiammazione dei vasi sanguigni. Le conseguenze negative del rumore del traffico sono molto più significative durante la notte, probabilmente perché interrompono il ciclo sonno-veglia, privano del sonno e/o lo frammentano e perturbano”.

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A questo, per concludere, va aggiunto anche l’inquinamento luminoso, soprattutto notturno. Perché? Perché la troppa luce durante le ore notturne altera la produzione di melatonina, il ritmo cardiaco e il ciclo sonno/veglia. Alcune indagini indicano che gli effetti negativi della troppa luce, includono un maggior rischio di infarto e ictus e di ricoveri per malattie cardiovascolari.

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COME DIFENDERSI DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO, ACUSTICO E LUMINOSO?

Arrivati a questo punto vi starete chiedendo: come posso difendermi da tutto ciò? La risposta è tutt’altro che scontata!

Un primo intervento per ridurre i pericoli è sicuramente a capo delle istituzioni con l’introduzione di misure pubbliche che limitino il traffico nei centri urbani, politiche volte alla riduzione delle emissioni delle automobili, barriere acustiche in zone densamente popolate e in prossimità di aree sensibili come scuole, ospedali, edifici pubblici. Ma anche l’applicazione di superfici stradali silenziose, politiche attive per la riduzione di traffico aereo notturno e tante altre piccole cose che potrebbero fare la differenza.

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All’impegno delle istituzioni con politiche attive va aggiunto il nostro impegno a proteggersi come spiega proprio Prati: “possono essere utili i purificatori d’aria e i filtri ad alta efficienza HEPA, per ridurre i livelli indoor di particolato, ma anche piccoli cambiamenti nelle abitudini come fare esercizio fisico fuori dalle aree trafficate. Per ridurre l’impatto del rumore, aiutano gesti come spegnere gli apparecchi elettronici quando non sono in uso, chiudere le porte quando si utilizzano macchine rumorose come lavastoviglie o lavatrici o accenderli prima di uscire di casa, usare tappi per le orecchie o cuffie per ridurre i rumori forti, abbassare il volume durante l’ascolto da cuffie o altoparlanti e non sostare in zone rumorose come industrie o aeroporti”.

Per quanto riguarda l’inquinamento luminoso invece – continua – “sì a dimmer, sensori di movimento e timer per ridurre i livelli medi di illuminazione, meglio se LED; inoltre spegnere l’illuminazione interna non necessaria, in particolare negli uffici di notte, contribuisce a ridurre l’inquinamento luminoso complessivo, così come tenere le tapparelle chiuse dopo il tramonto. Infine, si dovrebbe utilizzare la modalità notte su tutti i dispositivi elettronici come computer, tablet e smartphone perché contribuiscono molto all’inquinamento luminoso a cui siamo esposti”.

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