Raccomandazioni all’uso della telemedicina per la gestione dell’ipertensione arteriosa ai tempi del COVID-19

Il professor Stefano Omboni guida un gruppo di esperti internazionali che evidenziano l’importanza delle cure a distanza su una prestigiosa rivista scientifica americana

Durante la recente emergenza sanitaria da coronavirus (COVID-19), la telemedicina ha prosperato ed è emersa in tutto il mondo come risorsa indispensabile per migliorare la gestione dei pazienti isolati, compresi quelli con ipertensione arteriosa.

A sottolinearlo insieme ad alcuni esperti internazionali del settore attraverso una pubblicazione apparsa su una prestigiosa rivista scientifica americana (Hypertension – AHA Journals), è il professor Stefano Omboni, direttore dell’Istituto Italiano di Telemedicina nonché Professore di Cardiologia presso la Sechenov First Moscow State Medical University.

La telemedicina – riporta la rivista – è uno strumento promettente per migliorare l’accesso alle cure, responsabilizzare i pazienti, influenzare i loro atteggiamenti e comportamenti e migliorare le loro condizioni mediche. Si prevede che la telemedicina sarà sempre più utilizzata nel prossimo futuro per la gestione delle malattie acute e croniche a causa dell’invecchiamento della popolazione con una maggiore aspettativa di vita e una migliore sopravvivenza da eventi cardiovascolari che portano a un maggiore carico sulla salute della popolazione.

Lo scambio remoto di dati medici

Nell’articolo “Evidenza e raccomandazioni sull’uso della telemedicina per la gestione dell’ipertensione arteriosa”, Omboni ricorda come la telemedicina oggi consenta lo scambio remoto di dati medici tra pazienti e operatori sanitari. In questo modo cresce l’accesso dei pazienti alle cure in modo da fornire servizi sanitari efficaci a distanza.

“Il miglior modello sanitario proposto per la telemedicina nella gestione dell’ipertensione – afferma il professor Omboni – dovrebbe includere il monitoraggio remoto e la trasmissione dei parametri vitali (in particolare la pressione arteriosa) e l’aderenza ai farmaci, oltre all’educazione sullo stile di vita e sui fattori di rischio, con il video consulto come opzione”. È stato infatti dimostrato come l’utilizzo di servizi di feedback automatici misti con la supervisione di un team clinico multidisciplinare (medico, infermiere o farmacista) sia l’approccio ideale. Le indicazioni includono lo screening per la sospetta ipertensione, la gestione degli anziani, le persone con scarsa assistenza medica, i pazienti ipertesi ad alto rischio, i pazienti con più malattie e quelli isolati a causa di pandemie o emergenze nazionali.

Il grafico riassume le modalità più comuni di gestione dell’ipertensione tramite la telemedicina. Il beneficio più importante per il paziente è il miglioramento del controllo pressorio. Altri vantaggi sono un uso più efficace e regolare dei farmaci, riduzione delle visite mediche, miglioramento della qualità della vita, contenimento dei costi di gestione e ridotto rischio di eventi futuri.

Covid-19 e ipertensione

Per Omboni portare pazienti ipertesi in cliniche per controlli di routine della pressione arteriosa durante una pandemia rappresenta un rischio grave, soprattutto per gli anziani o per quelli con condizioni mediche sottostanti. Tutto ciò ha intensificato la pressante necessità della telemedicina come unico modo per gestire una serie di condizioni croniche, inclusa l’ipertensione arteriosa. La telemedicina si è dimostrata utile soprattutto nelle zone rurali o poco servite da assistenza medica, o nei casi in cui viaggiare per ricevere l’assistenza sanitaria risulti difficoltoso. “L’ipertensione – sottolinea il professor Omboni – è un buon obiettivo per la telemedicina, e in particolare per il telemonitoraggio, poiché è il fattore di rischio più comune e importante per le malattie cardiovascolari in tutto il mondo. Tuttavia, pur avendo ampiamente dimostrato di migliorare il controllo della pressione arteriosa rispetto alle cure standard, il ruolo della telemedicina nella pratica clinica quotidiana ancora oggi è poco chiaro. L’integrazione di servizi di telemedicina nel modello sanitario del sistema sanitario nazionale risulta urgente ed indifferibile, al fine di evitare le problematiche riscontrate durante la recente pandemia COVID-19. 

I dispositivi della telemedicina

La telemedicina – evidenzia Omboni – richiede dispositivi per la raccolta e lo scambio di informazioni tra siti remoti. Questi dispositivi possono includere una telecamera per lo scambio di video, un microfono e altoparlanti per lo scambio di informazioni audio e sensori per la raccolta di parametri vitali o non vitali. Di solito, i servizi di telemedicina vengono forniti utilizzando computer desktop o laptop, telefoni cellulari (smartphone), assistenti digitali personali o assistenti virtuali (ad esempio, Amazon Echo Dot o Google Home Mini) o dispositivi tablet, che consentono la raccolta e la trasmissione a distanza delle informazioni. La raccolta dei dati può avvenire tramite strumenti incorporati o sensori esterni, come telecamere, microfoni, o dispositivi medici e che utilizzano tecnologie cablate o wireless (inclusi Bluetooth, Wi-Fi, comunicazioni near-eld, ZigBee, ecc.). I servizi di telemedicina utilizzano comunemente siti Web o portali Web per creare interazione tra gli utenti. Ma una forma base di telemedicina è rappresentata dalla comunicazione telefonica. I messaggi di testo (SMS) o le e-mail rappresentano altri modi di comunicazione semplici e popolari, mentre le app per smartphone stanno diventando la norma.

Telemonitoraggio con Tholomeus®

Negli ultimi anni, grazie all’Istituto Italiano di Telemedicina diretto dal professor Omboni, Biotechmed (www.biotechmed.it) ha messo a disposizione dell’utenza uno speciale servizio di telemedicina di Tholomeus® (www.tholomeus.net), una App della salute in grado di fornire informazioni utili sulle più comuni patologie e su come affrontarle. Si tratta di un telemonitoraggio da effettuare a casa o presso una struttura medica convenzionata con Tholomeus® che consentirà al medico di ricevere in tempo reale la misurazione effettuata dal proprio paziente. Il servizio, offerto grazie il sostegno delle farmacie presenti sui territori, si rivolge soprattutto alle persone che presentano malattie croniche più comuni e a cui vengono prescritte con più frequenza esami diagnostici.

https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/HYPERTENSIONAHA.120.15873

 

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