
I contenuti di questa pagina sono stati realizzati a cura del team di medici ed esperti dell’Istituto Italiano di Telemedicina in accordo alle indicazioni delle più recenti Linee Guida medico-scientifiche. Comunicazione istituzionale non soggetta ad autorizzazione ex DM 23/02/2006.
Cosa sono le apnee notturne?
L’apnea ostruttiva notturna è una condizione caratterizzata da ripetitive e ricorrenti pause della respirazione (apnee per l’appunto) durante il sonno notturno, della durata di almeno 10 secondi, associate a riduzione del contenuto di ossigeno nel sangue (desaturazione).
L’apnea ostruttiva notturna di per sé non è una malattia ed è spesso considerata un fenomeno non particolarmente pericoloso e piuttosto comune. Quando tuttavia le apnee notturne diventano frequenti e si osserva una significativa desaturazione del sangue, con comparsa di sintomi diurni (in genere sonnolenza), si parla di una vera e propria sindrome delle apnee ostruttive notturne (OSAS, Obstructive Sleep Apnea Syndrome).
I numeri delle apnee notturne
L’OSAS colpisce sino al 6% della popolazione ed è due volte più frequente nei maschi rispetto alle femmine, in particolare in età avanzata (picco tra i 55 e 60 anni). L’OSAS, se non trattata, evolve in senso peggiorativo e può causare ipertensione arteriosa e gravi malattie cardiovascolari (infarto miocardico, aritmie cardiache, scompenso cardiaco e ictus).
Le cause delle apnee notturne: il russamento
Le apnee notturne sono causate dall’ostruzione delle vie aeree a causa del rilassamento del corpo durante il sonno: in questa fase il palato tende a collassare e a provocare il tipico russamento.
Vi sono condizioni particolari che predispongo ad apnee notturne frequenti che sfociano poi nell’OSAS
Fattori di rischio per l’OSAS
- Età avanzata
- Sesso maschile
- Obesità
- Fattori anatomici (conformazione del palato, faringe e laringe)
- Posizione supina durante il sonno
- Pasti abbondanti prima di coricarsi per la notte
- Alcool
- Fumo
- Uso di sedativi
Come diagnosticare le apnee notturne?
Purtroppo l’OSAS può essere presente per anni, ma non riconosciuta. Anche se una diagnosi di OSAS viene più opportunamente effettuata mediante un complesso esame, detto polisonnografico, in ambiente ospedaliero e in un contesto specialistico, oggi vi sono alternative che permettono lo screening veloce nella comunità senza liste di attesa. L’esame più semplice è rappresentato dall’ossimetria, o pulsossimetria, un metodo di misurazione diretta, non invasiva e continua della saturazione percentuale in ossigeno dell’emoglobina del sangue arterioso circolante, tramite un apparecchio denominato ossimetro o pulsossimetro. Il tipo più comune di pulsossimetro è costituito da un sensore “a pinza” o “a ditale” applicato al polpastrello delle dita che rileva la percentuale in ossigeno legato all’emoglobina nel sangue circolante attraverso il dito.
La pulsossimetria fornisce informazioni indirette sullo stato di ossigenazione del sangue ed è in genere utilizzata per valutare lo stato di efficienza della ventilazione respiratoria. Ciò che viene misurata è la quantità di ossigeno legata all’emoglobina circolante, espressa in percentuale (detta anche SpO2 o saturazione percentuale dell’ossigeno nel sangue).
In caso di normale ossigenazione del sangue la SpO2 varia tra il 96 e il 98%, mentre scende sotto questi valori se i polmoni non ossigenano adeguatamente il sangue.
Per la diagnosi di OSAS viene solitamente effettuata una pulsiossimetria prolungata durante il sonno notturno. In presenza di un numero significativo di episodi di desaturazione (almeno 5 episodi all’ora in cui la SpO2 scende di almeno il 4% per almeno 10 sec) è possibile fare diagnosi di OSAS.
Un esame più completo è rappresentato dalla polisonnografia cardiorespiratoria (detta anche poligrafia), che si effettua mediante un semplice strumento portatile in grado di registrare il flusso di aria a livello nasale e il russamento, i movimenti respiratori toracici e la saturazione del sangue dal dito (pulsiossimetria) durante il fisiologico sonno notturno. Questo strumento è in grado di riconoscere in maniera più precisa le caratteristiche e la frequenza degli episodi di apnee durante la notte ed associarli ad eventuale sonnolenza diurna.
Quando si può sospettare di soffrire OSAS?
- Russamento notturno intermittente
- Sonnolenza diurna
- Sintomi accessori notturni come risvegli con sensazioni di “soffocamento”, eccessivo movimento nel letto, eccessiva sudorazione nel sonno, eccessiva diuresi notturna
- Sintomi accessori diurni come cefalea al risveglio, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, problemi sessuali
Come misurare correttamente la saturazione percentuale di ossigeno nel sangue (Sp02)
- Effettuare la rilevazione in posizione seduta (se a riposo) o distesa (in caso di rilevazione notturna prolungata), in ambiente tranquillo e non troppo luminoso, con temperatura confortevole
- Il test deve essere effettuato possibilmente lontano dai pasti e dal fumo di sigaretta
- Durante il test respirare tranquillamente
- Posizionare il sensore preferibilmente sul dito indice della mano destra
- Verificare che il dito sia pulito e che non vi sia smalto per unghie o unghie finte
- Durante l’esame la mano deve rimanere immobile, appoggiata preferibilmente su un supporto rigido (es. tavolo), per evitare artefatti da movimento
- La misurazione a riposo dovrebbe essere effettuata preferibilmente in un arco di tempo di 3 minuti, utilizzando la Sp02 media del periodo